mercoledì 20 aprile 2011

Lorenzo

Lorenzo Cresti è nato nel 1991. Ci ha lasciati nel 2008, all’età di diciassette anni e mezzo, mentre stava frequentando la II classe del Liceo Classico. La sua breve esistenza si è svolta interamente a Firenze.
Lorenzo ha avuto una precoce passione per la scrittura e la lettura, la musica e il cinema. 
Ci ha lasciato vari scritti: storie, sceneggiature di films, qualche poesia, tante riflessioni su ciò che leggeva ed ascoltava, ed un diario, scritto negli anni del Ginnasio.
Nelle letture, un gran desiderio di trovare risposte alle sue inquietudini: la filosofia (Nietzsche, Heidegger), la psicanalisi (Freud, Jung), la narrativa (Mann, Proust), e poi la grande passione per la poesia (Quasimodo, Montale, Ungaretti).
La musica che lui ascoltava – e che anche riproduceva al pianoforte - spaziava dalla musica classica e lirica (Mozart, Mahler, Wagner) alla musica leggera contemporanea.
Il cinema, forse il suo maggiore interesse, comprendeva il cinema classico (Lang, Visconti, Fellini, Wilder: Viale del tramonto, la sua grande passione) e quello più recente (Lynch e Kubrick: soprattutto, di quest’ultimo, Barry Lindon).
Un’infanzia felice, un’adolescenza inquieta, con momenti di gioia alternati a momenti di grande sconforto. Una grandissima sensibilità e tante forti emozioni: sentimenti da cui è scaturito il misterioso percorso che l’ha portato a concludere tragicamente la sua vita.

6 commenti:

  1. cara lisa, ti direi cose che avrai sentito mille volte, preferisco non dire. anche il mezzo mi mette soggezione non perchè non lo usi, anzi, ma perchè è una macchina e come tale restrittiva, inadatta. tempo fa ho incontrato marco e stupidamente gli ho rivolto un "come va?" poi mi sono vergognata.
    ti abbraccio lisa, scusa avrei anche potuto fare a meno di scrivere queste sciocchezze che lasciano il tempo che trovano, però non ho potuto farne a meno.
    stefania

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  2. Ti ringrazio cara Stefania, mi fa piacere averti ritrovato qui

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  3. A Eugenio Montale

    In quella flora ligure fervente
    di un fittio d'albero e d'arbusti
    ove il verde s'adombra cupamente ,
    sebbene a volte per borghesi gusti ,
    i tuoi limoni spiccano concreti ,
    lanterne di un giallo luminoso
    affine e nudi splendidi segreti .
    Limoni degni di ben altra scia
    dov'è l'eterna classica armonia .
    Ma certi versi tuoi non li gustai
    con la serenità di un bambino
    ( ribelle , si , ma non perciò cretino ) .
    Infatti contro un salice inceppai
    per l'infelice strano paragone
    oh , nientemeno che con un ombrello ...
    ( Al quale voglio farci la sua rima :
    s'abbina al grigio - cupo pipistrello ! )

    Da una prima edizione di "Ossi di seppia "

    Una poesia di mio padre Rino dedicata a Montale che ritrovo nei poeti preferiti da Lorenzo
    Un abbaccio lisa , Ivano

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  4. Grazie caro Ivano, come sempre le poesie di tuo padre sono bellissime. Ha conosciuto personalmente Montale?

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  5. Questo non lo so So solo che ne parlava spoesso e che era in corrispondenza con lui. Dovrei vedere l'archivio di mio padre , ma so che la corrispondenza con poeti e letterati famosi fa già parte di un archivio siciliano.

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  6. Gentile,
    ho sempre visto il suo gruppo ma onestamente non ho mai avuto il coraggio di approfondire. Oggi nel 2022 avrei piacere di poterle scrivere ogni tanto. La saluto.

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